Via Po 14

Lucio Seneca

Lucio Seneca (31 ottobre 1947- 2 aprile 2008) è una delle voci più intense e avvolgenti della radio italiana, il primo ad essere definito da colleghi e fan “the Nightfly”. La sua esperienza alla radio inizia nella Napoli della metà anni Settanta dove muoveva i suoi passi come redattore di Paese Sera, in quello straordinario laboratorio di innovazione e professionalità delle primissime radio libere partenopee le cui antenne trasmettevano dalla collina dal Vomero. Era lì che contagiati dalle sonorità e dallo stile di conduzione altamente ritmato della radio americana della base Nato, installata nella vicina baia di Bagnoli, prendeva forma un esperimento radiofonico dal format incredibilmente maturo per la radio italiana – per di più pirata! – ma dai contenuti assolutamente “liberi” e sperimentali nell’arte, nell’informazione, nella musica, nello sport e nella cultura. Degni di una grande capitale Europea, in quegli anni e nel decennio a venire tappa artistica obbligata per Andy Warhol, Dizzy Gillespie, Chet Baker.
Non sorprende che proprio da questo vivaio la Rai attingesse le voci per confrontarsi con le nuove radio private, dopo la fine del monopolio pubblico. Così dalla sede Rai di Napoli, a Fuorigrotta in viale Marconi, Seneca veniva chiamato a condurre “La corrente del golfo”, programma che sin dal titolo evocava e dava risonanza nazionale all’arrivo in Campania delle nuove suggestioni new wave e della neopsichedelia e del loro incontro con il rock-blues partenopeo dei Bennato, Pino Daniele, Enzo Gragnaniello. Era nata la “Vesuwave”.
Nei primi anni Ottanta partecipava a “Un certo discorso”, innovativo contenitore-laboratorio di Radio3 curato da Pasquale Santoli, conducendo spazi quali “Musica e Stagioni”; ma alle ovvie quattro trasmissioni dedicate al tema Lucio Seneca ne aggiungeva una quinta “La stagione dell’utopia” che proiettava l’ascoltatore in un’altra dimensione, al di là del tempo e dello spazio, raggiungibile grazie al potere della musica.
Per Lucio Seneca amante della musica in generale, ma affascinato dal glam di Brian Ferry -brillantina e lucido da scarpe possono in un attimo rendere sexy e ammiccante chiunque, l’operaio e il borghese, il glam insomma è per Seneca democrazia – il passo verso presso la storica sede di Raistereonotte in via Po 14, a Roma, è naturale. Chiamato nel 1983 da Pierluigi Tabasso a divenire voce irrinunciabile della più originale avventura notturna della radiofonia italiana, Lucio Seneca sarà presente per l’intero corso della celebre trasmissione fino al 1994, diventando notte dopo notte per molti ascoltatori un fidato amico notturno… “pieno di soul”, come gli scriveva per lettera una fan. In questi stessi anni è il direttore responsabile di Radio Med, la “voce del Vesuvio”, fondata dall’eclettico imprenditore napoletano Dino Luglio da dove parte secondo l’espressione di Raffaele Cascone, altro protagonista di questa stagione gloriosa, “il rock del Mediterraneo” .
Dei media Lucio Seneca ha incarnato il passato -con la carta stampata-, il presente -come caporedattore centrale del Tg La7-, e anche il futuro -proprio per l’ex Telemontecarlo ha lanciato una delle prime forme nostrane di videogiornalismo online. Nel 2001 come curatore del Flash di Mtv, Seneca aveva reso musicale anche l’informazione televisiva ideando un’originale e accattivante formula che con una visionaria clip di apertura conduceva gradualmente i teenager del nuovo millennio nella complessa realtà contemporanea.
Ma per molti, Lucio Seneca è innanzi tutto parte integrante con i suoi compagni di viaggio, Ernesto De Pascale, Carlo De Blasio, Giampiero Vigorito, Fabrizio Stramacci, Massimo Cotto per citarne alcuni, della Radio e della sua Storia. Ed è per questo difficile non avere la sensazione che la voce di Lucio Seneca ci accompagnerà ancora a lungo, perché tutto ha una fine, ma non la radio, non la notte.

Marilisa Merolla

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