Via Po 14

Cosa è ViaPo14

Canzoni alla radio. Di notte. Canzoni che vengono via una dopo l’altra come ciliegie, come saporite caramelle. Canzoni per andare a dormire, canzoni per restare svegli, per avere compagnia durante il lavoro e durante lo studio. Canzoni per svegliarsi ed affrontare un nuovo giorno.
Ogni notte, 365 giorni l’anno, per chi vive e lavora di notte.
Le voci. Voci entrate nella nostra familiarità, voci ancora oggi inconfondibili.
E ad ogni voce il suo stile.
Nella sua età dell’oro (1982 – 1995) Rai Stereonotte è stata più di una semplice trasmissione notturna: prima di internet, prima della diffusione dei network radiofonici nazionali, prima che il ruolo del conduttore radiofonico fosse relegato a quello di cabarettista dalla battuta veloce, pronta e soprattutto breve da poter entrare tra un blocco di pubblicità e l’altro, dalla sede di viapo14 si è consumata una delle più grandi operazioni culturali della storia della radiofonia italiana: quattro ragazzi per notte, ognuno con i suoi dischi ed il suo stile. Un viaggio che partiva ogni notte con il Giornale della mezzanotte e si concludeva all’alba con il Giornale dall’Italia. Ogni frammento una storia, un film, un sipario diverso che si apriva e si chiudeva con l’intermezzo del notiziario.
Quello che fino a quell’epoca era stato il pubblico delle radio libere si trovò unito sotto la stessa trasmissione, sotto lo stesso inconfondibile stile e soprattutto sotto le stesse identiche note.
A Stereonotte si è parlato di americana, di musica indie, di folk e di musica etnica prima che tutto questo divenisse di moda negli anni a seguire. E come lo si è fatto a Stereonotte non lo si è più fatto altrove. Stereonotte era l’appuntamento notturno, la macchina dell’amico che ti viene a prendere a tarda ora per l’ultimo giro in città. Stereonotte era, per chi come il sottoscritto viveva in provincia, il rassicurante “toc toc” al di là del muro, la voce che ti placava dicendo “non sei solo, ci siamo anche noi”.
Poi la chiusura, la nostalgia, l’oblio, l’avvento di internet con tutte le tecnologie ad esso correlate ed infine Il grande cerchio dei social network, col suo infinito “ritroviamoci”, per capire ancora una volta che quel popolo notturno si era soltanto disperso e non era affatto scomparso. Ognuno con i suoi ricordi, con le sue emozioni e le sue puntate registrate.
Già.
Centinaia e centinaia di audiocassette sparse per tutta italia, finite in chissà quali cassetti, dimenticate a casa dei genitori o lasciate a casa di qualche ex o ancora ordinate per conduttore ed anno.
E l’idea. L’idea di salvare tutto questo patrimonio digitalizzandolo e rendendolo disponibile a tutti.
In alcuni casi è stato semplice: è bastato ricopiare le note scritte sulla custodia del nastro audio. In altri casi è stato necessario ascoltare il nastro tutto per intero alla ricerca di una data, di un riferimento grazie al quale catalogare la puntata. In alcuni è stata necessaria una vera e propria opera di recupero e ricostruzione. Un lavoro durato un paio di anni per poter finalmente dire “si parte”. Perché questa è una partenza e non un arrivo: la speranza è quella di coinvolgere quanti più ascoltatori possibili per digitalizzare sempre più puntate.
Ma non solo.
La speranza è soprattutto quella di incuriosire quanti non c’erano, quanti oggi sono costretti a sintonizzarsi sul le web radio (prima fra tutte la BBC 6) per respirare aria pura. Comunicare loro che per un breve periodo in Italia è stato possibile fare radio nella più nobile accezione del termine ed a livelli così alti tali da non temere confronto alcuno.
Sarà bello, anche per chi non ha mai ascoltato queste trasmissioni, preferire uno stile piuttosto che un altro. Una voce piuttosto che un’altra.
Sarà bello essere qui, cliccare su una voce, un anno, una puntata e lasciare che, come da una lampada magica, riaffiorino memorie e si risveglino interessi.
Riascoltate queste voci, collocatele nella vostra memoria oppure ascoltatele per la prima volta. La loro attualità vi stupirà.
Alzate pure il volume ed osservate il risveglio di questo branco felice di tanti e diversi Wolfman Jack che non aspettavano altro se non il ritrovarsi di nuovo tutti insieme ad ululare sotto la luna.
Buon Ascolto.
Giovanni de Liguori